Sognando Procida

Novembre 2016, Genova, Porto Antico, Molo Fabrizio de Andrè, Barca a vela
“A giugno io vorrei andare a Procida”
“A giugno io vado alle Pontine e poi scendo verso il sud con rotta sulla Grecia Ionica”
“Belle anche Ponza e Ventotene, vorrei vedere anche quelle, ma io voglio assolutamente andare a Procida”
“Va beh vieni alle Pontine poi mentre faccio rotta verso il sud ci fermiamo a Procida e tu puoi scendere lì”
“Andata Capitano! Salgo a bordo!”

Ho desiderato in più occasioni raggiungere quest’isola, ma per un motivo o per l’altro il viaggio è sempre saltato, ero certa però, che quest’anno ci sarei dovuta arrivare e io volevo arrivare alla Corricella su una barca a vela.

Volevo che i miei occhi potessero assaporarla così, con una lentezza e calma che solo una barca a vela che si avvicina ad un porto può darti. È un tipo di visuale unica.

Procida è “la mia isola nel mondo” senza ombra di dubbi. Sono innamorata di questa area del Mediterraneo.
Forse un po’ è anche dovuto al fatto, che una parte del sangue che corre nelle mie vene, di cui io vado enormemente fiera, è proprio di origine Campano, esattamente Beneventino.

Amo il Sud Italia, le isole minori in particolar modo, esercitano sempre un fascino speciale su di me, ma Procida è a dir poco magnetica.

La mia navigazione era iniziata a Ponza quasi una settimana prima. Procida la mia meta, il mio punto di arrivo, tanto desiderato, tanto programmato, tanto discusso, tanto sognato.

L’isola di Procida per me

Procida per me è un fermo immagine del tempo, la lentezza dell’animo, il cuore languido, il sole del mese di giugno. Una pennellata di colori su una tavolozza di cielo azzurro, le case abbracciate e abbarbicate.

Il giallo e il profumo dei limoni, i profumi intensi del Mediterraneo.
Le donne del paese, le lenzuola stese ad asciugare al sole e al vento, le reti dei pescatori.

Il silenzio di un’isola magnetica, un’isola un po’ selvatica dai sapori autentici, aria pulita, la semplicità, una natura meravigliosa, paesaggi mozzafiato a strapiombo sul mare.

Il bar del paese, la limonata fredda più buona di tutta la mia vita, le acciughe, i gabbiani, i cortili delle case con le limonaie, il pesce appena pescato, la sfoglia delle lingue di gatto a colazione.

Io, che scendo dal gommone ancora una volta scalza, con le ciabatte in mano. Arriva subito un gatto, mi gira fra i piedi, i gatti sono il mio “segnale” e capisco subito che da questo posto, io, non ci verrei più via.

Si io qui potrei viverci, ne ho certezza!

Cinema e Letteratura

Qui nell’isola, il mare e quanto mare esce da sé stesso in ogni momento,
dice di sì, di no, di no, di no, di no, dice di sì nell’azzurro, nella spuma, nel galoppo,
dice di no, di no.

Non può stare tranquillo, mi chiamo mare, ripete battendo su una pietra senza ottenere di convincerla,
allora con sette lingue verdi di sette cani verdi, di sette tigri verdi, di sette mari verdi,
la percorre, la bacia, la inumidisce e si colpisce il petto ripetendo il suo nome.

Oh mare, come ti chiami… – Tratto da Ode al mare (Pablo Neruda)

È l’sola delle poesie di Pablo Neruda, che qui passa il suo esilio, dell’amore di Mario per la sua Beatrice Russo, set cinematografico scelto da Massimo Troisi per raccontare di tutto questo nel suo celebre film il Postino.

È “L’isola di Arturo” e dalla sua bianca cagnolina Immacolatella, il celebre romanzo di Elsa Morante con il quale la scrittrice ha vinto il Premio Strega.

È l’sola di “Graziella” il romanzo di Alphonse de Lamartine. Alla fine di luglio si tiene ancora la Sagra del Mare con l’elezione della Graziella, cioè la ragazza procidana che meglio potrebbe corrispondere alla giovane di cui si innamorò lo scrittore francese Alphonse de Lamartine a metà dell’800 durante un viaggio fatto qui. Pare che lei fosse la tipica bellezza mediterranea, una treccia di capelli nero corvino, occhi scuri, figlia di pescatori. Quando lui partì lei morì di dolore.

Posizione e Conformazione

Situata nel golfo di Napoli a pochissimi chilometri dalla terraferma. Insieme alle isole di Ischia e Capri appartiene alle isole Flegree, di cui è la più piccola come dimensione.

Ha una superficie di appena 4 km², di origine vulcanica, caratterizzata e costituita principalmente da tufo giallo e grigio e da basalto, tipici materiali vulcanici. Le sue coste molto frastagliate, sono in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare.

Il rilievo più elevato è rappresentato dal promontorio di Terra Murata (circa 90 mt slm), sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale.

Un’ isola ricca di storia, di ritrovamenti archeologici, di mitologia greca e romana, terra di passaggio ha subito la dominazione di diverse popolazioni, Greci, Romani, Visigoti ,Vandali, Monaci benedettini, Bizantini e Normanni.

L’isola è suddivisa in Corricella (un caratteristico borgo di pescatori), Terra Murata (il borgo più antico), Marina Grande (il porto commerciale), la Chiaiolella (un porto turistico nella parte meridionale dell’isola).

Corricella: il borgo dei pescatori

Scendiamo a terra con il gommone a Marina di Corricella. Io sono felice come una bambina piccola che entra per la prima volta in un parco giochi,  è quella felicità che ti viene dal cuore e ti sale al viso, quella di quando hai tanto desiderato di essere in un luogo e ora finalmente ci sei.

La sensazione è quella di sfondare la tela di un quadro e di entrarci, di diventare dei personaggi animati di questo piccolo e colorato mondo antico.

Qui la fanno da padrone i pescatori e le loro reti, i bambini che giocano mentre le donne stendono i panni, approfittando dell’intenso sole che bacia costantemente questo luogo magico. Uno scenario splendido.

Una delle caratteristiche principali del borgo della Corricella è proprio nei sui tratti architettonici e costruttivi che danno origine ad uno stile unico e che la rende subito individualizzabile su qualunque fotografia o cartolina.

Il colore è l’elemento predominante qui alla Corricella. Le case, una arroccata sull’altra, sono state dipinte con colori pastello ben definiti, assortiti e distinti l’una dall’altra, in modo che nessuna casa accostata ad un’altra potesse avere la stessa tonalità di colore, ed in modo che i pescatori potessero riconoscere la propria casa anche dal mare.

Le abitazioni mostrano numerose aperture ad arco, volte a vela, balconcini e terrazzi, scale esterne ad archi rampanti. La scala rampante, appoggiata sull’arco stesso, si auto sorregge e risulta essere la soluzione più comune per salire ai piani superiori.

Ci sediamo a bere la prima granita di limoni procidani. È indecentemente buona.
Fa caldo oggi. L’alta pressione in questi giorni ci ha regalato navigazioni meravigliose.

A pranzo decidiamo di fare la pasta con le vongole. Sarà un pranzo insieme a vecchi e nuovi amici skipper che qui si incontrano per cominciare la loro stagione di lavoro, in navigazione verso il sud, verso le Isole Eolie.

Gli skipper vanno a cercare il pesce fresco e il vino e noi donne saliamo a Terra Murata.

Il Borgo di Terra Murata

Ci lasciamo alle spalle il porticciolo della Corricella e saliamo verso Terra Murata, raggiungibile a piedi attraverso una salita abbastanza ripida di circa 20 minuti di cammino. Sulla destra si incontra La Chiesa della Madonna delle Grazie, affacciata sulla Corricella, è realizzata in stile barocco con pianta a croce greca.

La sua cupola deve essere una delle più fotografate dell’isola, domina sovrana in mezzo alle case colorate e la si riconosce subito arrivando dal mare. Superata la Chiesa si percorre la salita Castello che conduce a Terra Murata. Durante il percorso è possibile ammirare il più caratteristico paesaggio di Procida: le variopinte case arroccate una sopra l’altra di Marina Corricella, un colpo d’occhio unico, una piazza colorata aperta sul mare.

Il promontorio di Terra Murata è il centro storico più antico dell’isola.

Una vera e propria fortezza, da un lato le pareti a picco sul mare, dall’altro lato le mura fortificate (da qui il nome Terra Murata). Il borgo aveva la funzione di difendere la popolazione dalle numerose invasioni barbariche che questa isola subì nel corso dei secoli.

Una volta superata la salita ecco la maestosa porta d’ingresso, vicoli strettissimi e le tipiche casette popolari. Un luogo di estrema bellezza edificato sul punto più alto dell’isola, dal quale è possibile godere di una vista unica con panorami mozzafiato sul Golfo di Napoli. Qui su troverete l’ex carcere di Procida e il Castello d’Avalos.

Ma la costruzione più importante di Terra Murata è l’Abbazia di San Michele più volte saccheggiata, distrutta e ricostruita a causa delle incursioni dei Saraceni. L’Abbazia custodisce numerose opere d’arte, come una tela raffigurante San Michele che combatte Satana, al centro di un suggestivo soffitto a cassettoni.

Marina Grande

Dopo un piacevolissimo pranzo in compagnia con sfondo Corricella, nel tardo pomeriggio ci spostiamo in barca a Marina grande. Dormiremo ormeggiati al porto di Marina Grande. Passiamo in barca sotto Terra Murata.

Marina Grande  (Sent’Co in dialetto) è il porto principale di Procida dove arrivano e partono tutti i traghetti per e dalla terraferma e le altre isole. Anche a Marina Grande l’architettura è quella caratteristica dell’isola: le case nelle tonalità dei pastelli che si fiancheggiano una dietro l’altra.

È un po’ il fulcro sociale ed economico di Procida, qui si trovano la maggior parte dei negozi, dei bar e dei caratteristici ristorantini dove assaporare la vera cucina isolana.

Usciamo tutti fuori a cena. Tartare di tonno fresco con zenzero e limone, crudo di alici al limone, frittini di pesce, polipetti, scialatielli con le vongole, calamari ripieni e le melanzane.

Si signori le melanzane. Il mio piatto preferito! Ecco qui le cucinano e le condiscono in parecchi modi diversi.

Abbandonatemi qui…su questa isola…dove tutto è così incredibilmente buono, abbandonatemi qui dove ingrasserò e vivrò felicemente. Il tutto abbondantemente annaffiato dalla Falanghina che qui è di casa.

Dicono sia da provare anche l’insalata di limoni, conditi con olio, aglio, peperoncino e foglioline di menta. I limoni di Procida sono famosi in tutto il mondo. Prodotto di prestigio con cui si preparano delizie per il palato.

È stata una di quelle giornate perfette. Torniamo in barca a dormire.

La mattina successiva ci svegliamo e in pozzetto troviamo un regalo di un amico per iniziare la giornata: un vassoio con le lingue di suocera, pasta sfoglia ripiena di crema al limone. I Procidani hanno un senso dell’ospitalità, dell’accoglienza e degli onori di casa che trovi solo nel Sud Italia.

La Chiaiolella e Vivara

È situata sul versante opposto rispetto a Marina Grande. La Marina di Chiaiolella è nota per la sua spaggia, la più lunga e popolata con vista sull’isolotto di Vivara e su Ischia. Qua si trova anche uno “Yachting-Club”, il porto ospita barche a vela e i tradizionali gozzi in legno che usano sia i turisti che gli isolani. La Chiaiolella offre eccellenti ristoranti con vista sul porticciolo o direttamente sulla spiaggia.

L’ isolotto di Vivara è una verde appendice di Procida, vista dall’alto sembra una virgola tra il mare e l’isola. Una mezza luna di terra che emerge dal mare. Riserva Naturale statale è ciò che rimane del cratere di un vecchissimo vulcano marino. È collegata a Procida da un ponte lungo circa 100 metri che inizia vicino alla Chiaiolella nella parte sud dell’isola. È rimasta chiusa al pubblico per molti anni ed è da poco tornata visitabile attraverso un tour guidato.

Nuda sei semplice come una delle tue mani, liscia, terrestre, minima,
rotonda, trasparente, linee di luna, strade di mela, nuda sei sottile come il grano nudo.
Tratto da Nuda (Pablo Neruda)

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