DOMENICA 8 OTTOBRE

Ci svegliamo presto. Stefania ha già messo sul fuoco il caffè. Fuori piove e al momento c’è poco vento, caldo, si caldo proveniente dai quadranti meridionali. E la Bora dove è finita? Ci prepariamo, abbiamo tutti una gran voglia di mollare gli ormeggi e di viverci al massimo questa giornata.

Ci dirigiamo verso la linea di partenza posizionata davanti al Terrapieno di Barcola, dal Faro della Vittoria al Castello di Miramare, linea compresa tra la barca giuria e il rimorchiatore. Il percorso è un quadrilatero lungo circa 13 miglia.Da lì, allo sparo del cannone alle ore 10.30, le barche si dirigeranno verso la Boa 1, posizionata al largo di Punta Sottile, al largo di Muggia e al confine con le acque slovene, per poi effettuare un breve disimpegno, fino alla Boa 2 e rientrare verso Trieste passando lungo la Boa 3 posta nei pressi del Castello di Miramare; il quarto lato della regata corre parallelo al lungomare di Barcola, prevede il passaggio sotto al Faro della Vittoria, Boa 4, passando per un ulteriore cancello che registra i passaggi, quindi l’arrivo. La regata termina di fronte alla piazza dell’Unità d’Italia, al largo della diga del Porto Vecchio.

Alla partenza un colpo d’occhio unico: 2000 barche, tutte “vestite a festa”. Le vele migliori sono state issate. È in questo momento che nella testa mi risuona quella filastrocca “Oh quante belle figlie Madama Dorè’”. Sono stregata da questi “accenti” bianchi e colorati che galleggiano nel golfo di Trieste, sospesi su uno specchio di mare. Si forma una scenografia naturale che ammalia gli occhi.

Ci posizioniamo in zona perfetta lungo la linea. La partenza è il momento più difficile. Bisogna stare attenti a non oltrepassare la linea pena squalifica, dal momento del segnale preparatorio i motori delle barche devono essere spenti, i furibordo rimossi o messi in posizione verticale, l’ancora non deve sporgere dallo scafo. Radio sintonizzata sul canale 9.

Ora si attende il segnale di partenza. Ognuno di noi si mette nella posizione assegnata per poter asserire ai ruoli destinati. Bisogna muoversi velocemente, non intralciare nessuno, concentrarsi un po’ e non interferire nei ruoli altrui. Ognuno deve pensare a garantire al massimo per il suo ruolo. Conto alla rovescia. Ore 10.30, ecco il colpo di cannone. Via!

È il delirio, in tutti i sensi, in tutte le direzioni. Dovete immaginarvi 2000 barche e dico 2000, attaccate una all’altra che devono, staccarsi, superarsi e mettersi in rotta verso la Boa 1. Bisogna usare, sapientemente, i parabordi senza ingarbugliarsi a quelli delle altre barche, oppure sedersi con le gambe fuori e spingere contro gli altri scafi, per allontanare le barche e non andare in collisione. Noi facciamo così. Siamo in sicurezza. Il mare oggi lo consente, non c’è onda. Il timoniere riesce a mettersi in rotta e Gargantua si dirige verso la Boa 1. Duemila barche si muovono all’unisono con andatura in bolina larga mura a sinistra. Sembra una danza. Gargantua fa circa 12 nodi.

L’andatura di bolina prosegue fino alla Boa 1. Nel frattempo arriva il sole e i colori cambiano di nuovo. Nel tratto del disimpegno tra la Boa 1 e la Boa 2 il vento cala e il mare si colora di spinnaker e gennaker. Quello che vedo è incredibile, non so bene da che parte direzionare lo sguardo, è davvero una festa per gli occhi, sento di nuovo salire quello stato di #felicità assoluta e di #libertà assoluta che solo il mare e la vela riescono a regalarmi. Duemila vele tese al vento, in una domenica mattina, nel golfo di Trieste.

 

È giunto il momento anche per noi di issare il nostro spinnaker per recuperare qualche nodo. Non è un’operazione semplicissima, fa sempre un po’ paura lo spinnaker, ma finalmente capisco come si monta e posiziona lo spy sul tangone, lo vedo con i miei occhi, partecipo. Questo significa vivere la Barcolana “da dentro”.

Andatura di lasco verso la Boa 3 e poi di nuovo di bolina nell’ultimo tratto. Ci avviciniamo al traguardo.

La Barcolana è la festa della vela per eccellenza, è uno spettacolo unico al mondo, destinato a tutti, per gli appassionati di vela e del mare,  per chi la vive da dentro e per chi la ammira da terra. È un rito collettivo nel segno del vento e della libertà. È un’emozione unica e irripetibile. È essere protagonisti di un set cinematografico. È un evento al quale almeno una volta si deve partecipare. La vela è uno sport, è passione e amore per il mare.

Gargantua passa il cancello dopo 3 ore e 27 minuti. 446 esima nella classifica generale 72esima nella classe 1. Un equipaggio in sintonia. Grandi. Tutti.

Dietro di me un mare di vele. Il pubblico lungo le Rive attende il rientro delle imbarcazioni per godersi l’arrivo in diretta.

Furio e Gabriele Benussi, su Spirit of PortoPiccolo vincono la 49esima edizione della Barcolana, per il secondo anno consecutivo. La regata dei record: 2100 iscritti, 25mila velisti in mare, a terra una festa mai vista prima, con centinaia di migliaia di persone.

Sono felice, l’anima leggera, quando sono felice tendo a stare zitta. Questo stato di quiete mi rimarrà dentro per parecchi giorni. Lo so, mi succede così ogni volta. Volevo farla da anni. Ma per tutte le esperienze c’è il momento giusto : non può essere nè prima, nè dopo del momento stesso. L’anno giusto per la mia Barcolana doveva essere questo.

Adesso si festeggia un po’ e poi si rientra verso casa.

 

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