DA PROCIDA VERSO LE ISOLE PONTINE – DIARIO DI BORDO

13 Ottobre 2018 – Mar Mediterraneo – #saltnesscrew

Oggi soffia vento da est. Levante.

Stamattina abbiamo mollato gli ormeggi alle 4.30 a.m.

Il tratto di navigazione tra Procida e Ventotene è stato un po’ movimentato.

Il mare era formato e l’onda lunga, quella che a me prende lo stomaco in circa 3 minuti e “buonanotte ai suonatori”. Per assurdo sto meglio con l’onda corta. Ma io sono fatta tutta al contrario rispetto agli individui considerati statisticamente “normali”. In poche parole se la maggior parte delle persone soffre mare io non lo soffro, viceversa se non soffre nessuno c’è una buona possibilità che io stia male.

Partire alle 4.30 di mattina significa puntare una sveglia alle 4.00. Sgattaiolare silenziosamente fuori dalla cabina dove magari gli altri continuano a dormire e vestirsi a strati prima di uscire.

Pantaloni di microfibra, un pantalone più pesante sopra, la canottiera di lycra e qua lo dico e lo sottoscrivo, ricordatevi sempre la canottiera!!! Maglia termica, Pile o Softshell e sopra la giacca a vento. Berretto e guanti.

Ma chiudersi dentro la giacca e uscire la fuori quando ancora è tutto buio e uscire dal porto per me è adrenalina allo stato puro. Mi passa anche il sonno. È un buio di cui non ho paura. Sei dentro al mare nel buio pesto e ti senti una specie di “sono nessuno in mezzo al nulla”.

Si passa dalle stelle all’alba. Di solito si fa silenzio a queste ore. Tutti guardano il mare e stanno in silenzio.

Da Ischia a Procida ci sono circa 4 miglia e da Procida a Ventotene ci sono circa 25 miglia di navigazione.

Alle 9.30 di mattina entriamo nel porto nuovo di Ventotene.

Troppo vento da est. Oggi non è possibile restare in mare bisogna assicurarsi in un porto e passare la giornata a terra.

ISOLE PONTINE

Le isole Pontine o Ponziane sono un arcipelago di sei isole nel Mar Tirreno, al largo delle coste del golfo di Gaeta. L’isola più grande è Ponza, ma l’arcipelago comprende anche le isole di Ventotene, Palmarola, Zannone, Gavi e Santo Stefano. Le ultime due sono poco turistiche in quanto sono private, oltre che prive di spiagge e praticamente disabitate. L’Isola di Ponza, Gavi, Palmarola e l’Isola di Zannone fanno parte del Parco Nazionale del Circeo

Sono raggiungibili con traghetti e aliscafi, a seconda del periodo dell’anno, da diverse località situate sulla costa. Si può partire da Formia, Anzio, Terracina, San Felice Circeo (solo per Ponza e da Ponza per Palmarola), Napoli (per Ventotene e Ponza), Pozzuoli ed Ischia.

L’ISOLA DI SANTO STEFANO

Prima di arrivare a Ventotene passiamo vicino a questo famoso e suggestivo isolotto.

Santo Stefano è una piccola isola situata al largo della costa fra Lazio e Campania, a circa 2 km da Ventotene. Fa geograficamente parte delle Isole ponziane ed è di origine vulcanica con una forma circolare di meno di 500 metri di diametro. Le scogliere ripide e l’esposizione ai venti hanno sempre reso difficile l’approdo su questa isola.

Al momento l’isola è disabitata. L’unico edificio presente sull’isola, per il quale è nota, è un carcere con forma circolare fatto costruire nel periodo borbonico (circa 1794) da Ferdinando IV di Borbone ed in uso fino al 1965.

VENTOTENE

L’isola che “tiene il vento”, originariamente chiamata Pandataria o Pandeteria (la terra che tutto dona), quest’isola dalla forma allungata è un piccolo gioiello. Un’ isola dal ritmo lento e rilassato, un mare bellissimo, poche case, raccolte attorno al porto, nessuna macchina e un’antica storia legata alle famiglie dell’impero romano, che su quest’isola mandarono in esilio alcuni dei componenti delle famiglie imperiali romane. Prima l’imperatore Augusto esiliò la figlia Giulia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l’imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina e più tardi l’imperatore Nerone esiliò sua moglie Ottavia, dopo averla ripudiata.

PORTO ROMANO

Il Porto Romano di Ventotene, chiamato anche Porto Vecchio, costituisce un approdo estremamente particolare e unico nel suo genere. Esso non è infatti proteso in mare come la maggior parte dei porti, ma risulta invece essere quasi aggrappato alla terraferma. La storia del Porto Romano di Ventotene è la testimonianza del patrimonio storico e archeologico lasciato del rigoglioso passaggio dell’impero romano su questa isola. È stato costruito in modo tale da consentire l’accesso anche in condizioni di tempo avverse, un porto perfetto e ben protetto dai venti e dalle correnti, che era usato dalle navi mercantili. È il risultato da un faticoso lavoro di escavazione realizzato ad opera dei romani, grazie al quale realizzarono un bacino artificiale profondo circa tre metri e completamente circondato da roccia. Furono estratti dal banco tufaceo circa 60.000 metri cubi di roccia.

Si conservano del periodo romano, tre bitte intagliate nel tufo, impiegate per l’ormeggio delle navi, ed anche una lunga serie di arcate realizzate nel banco roccioso.

Se il Porto nuovo è l’attracco per i traghetti e gli aliscafi, il porto romano invece è ancora il luogo dei pescherecci e delle piccole imbarcazioni, dei pescatori e di localini tipici dove fermarsi a sorseggiare qualcosa.

Siamo appena arrivati a Ventotene e abbiamo messo in sicurezza la barca. Oggi passiamo la giornata a terra. L’estate qua, anche se siamo a metà ottobre, sembra non essere ancora conclusa.

Ventotene fuori stagione è un lusso democratico.

A Ventotene l’acqua è incredibilmente limpida. La spiaggia più famosa è Cala Nave di fronte la suggestiva isola di Santo Stefano e a fianco gli scogli sotto il faro. Andiamo a fare il bagno e passiamo la mattina in spiaggia a prendere il sole.

Per pranzo torniamo in barca a mangiare. La sera prima ci siamo preparati due teglie di pasta al forno.

Dopo la pasta al forno e tutti i caffè del caso ritorniamo in spiaggia la giornata va vissuta fino in fondo e sappiamo che probabilmente sarà l’ultimo bagno della stagione.

Poco prima che cali il sole entriamo nel giardino del Museo Archeologico di Ventotene vicino al Comune.

Dal Belvedere situato dietro il Municipio (si accede dalla piazza principale del paese) si attraversa un rigoglioso giardino ricco di macchia mediterranea e si sfocia su una passerella che affaccia sul mare. Da qui la vista verso Santo Stefano. Tutte le volte che vengo su questa isola mi siedo sulla panchina davanti all’isola di Santo Stefano.

Questo giardino è un posto stupendo e molti visitatori non sanno della sua esistenza. I colori, la vista e la luce al tramonto da questa postazione sono meravigliosi.

Di fronte il carcere di Santo Stefano con tutta la sua storia. Luogo di esilio di numerosi uomini politici.

CARCERE DI SANTO STEFANO

Il penitenziario fu voluto da Ferdinando IV di Borbone, al fine di confinarvi tutti coloro che colpevoli di reato potessero “infettare” la società “sana”. La struttura carceraria si sviluppa su tre piani sorretti da archi e loggiati. Novantanove celle si affacciano su un’unica visuale interna ad un cortile comune. Nessuna apertura verso il mare. Una struttura circolare più precisamente a ferro di cavallo. Secondo una teoria formulata da un filosofo di metà settecento con questo tipo di conformazione architettonica era possibile ottenere il dominio di una mente sopra un’altra mente: l’affaccio solo verso l’interno era stato concepito e studiato al fine di far sapere al carcerato di essere costantemente controllato dalle guardie del penitenziario.

Il penitenziario ospitava nel punto centrale una cappella di forma esagonale con altare centrale, un ospedale, gli alloggi e gli uffici, dei dirigenti, degli ufficiali sanitari, per gli addetti alla custodia dei reclusi. La presenza di laboratori e di una serie di celle di segregazione privi di finestre.

Un paese dentro un carcere. Nel corso degli anni fu ampliato per accogliere un maggior numero di detenuti. Quando venivi spedito nel carcere di Santo Stefano andavi a finire in esilio.

Nel 1800 con l’inizio del periodo relativo ai moti rivoluzionari le finalità del carcere cambiano passando da luogo di “espiazione” di reati comuni a vero e proprio centro di perseguitati politici. Furono anni terribili. Qui si moriva sottoposti a sevizie di ogni genere e spesso i cadaveri venivano fatti sparite gettandoli a mare.

Le mura del Carcere di Santo Stefano ospitarono anche i famosi detenuti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi che nel 1941, redassero lo storico Manifesto di Ventotene. Il Periodo fascista vede confinato a Ventotene Sandro Pertini futuro Presidente della Repubblica Italiana.

Dopo la Seconda Guerra mondiale il carcere riprese la sua funzione di penitenziario per detenuti comuni. Il 25 febbraio del 1965 la struttura penitenziaria chiuse per sempre i battenti.

LIBRERIA “ULTIMA SPIAGGIA” DI FABIO MASI

Ventotene è meta per intellettuali e non a caso tra le sue principali attrattive c’è una piccola libreria chiamata “Ultima spiaggia” in cui trovare sia bestseller che edizioni particolari.

Non si può lasciare questa isola senza passare da questa libreria.

In realtà per me è proprio un rito passare di qua a salutare Fabio.

Fabio Masi, il librario di Ventotene, romano, di nonni ventotenesi, ma residente a Camogli, arriva su questa isola dalla Liguria ogni anno alla fine di aprile per aprire la libreria Ultima spiaggia. Potrete trovarla aperta fino alla fine di ottobre.

D’inverno invece potete scovare altri interessanti testi nella sua libreria “Ultima spiaggia” a Camogli oppure nella mia tanto amata Genova alla libreria “L’ amico ritrovato” in via Luccoli.

Fabio Masi non è un libraio qualunque. Questo uomo ha un sapere e una conoscenza che pochi hanno e le sue proposte e i suoi consigli non sono mai banali. Io starei ad ascoltarlo per ore.

Questa libreria è una sorpresa, tenuta bene e molto fornita, non ci si aspetta di trovare così tanti libri, inoltre è il punto di ritrovo delle manifestazioni culturali isolane, è l’orgoglio della isola. Una libreria indipendente in un’isola per decenni utilizzata come luogo di confino.

Ventotene è meta di navigatori.  Marinai e Skipper, che sempre più spesso nelle loro rotte prevedono una tappa a Ventotene per andare a caccia delle novità editoriali sulla navigazione e la vita di mare.

Io qua trovo davvero pane per i miei denti. Questa volta ho trovato un libro sulla maree, un libro di Joseph Conrad e uno di Mutis.

Non dimentichiamo, infine, la chiesa di Santa Candida, patrona dell’isola. Viene festeggiata il giorno 20 settembre a conclusione di giorni di eventi e manifestazioni che mescolano religiosità e tradizioni isolane.

Uno degli aspetti più caratteristici e folcloristici di questa festa è il lancio delle mongolfiere. Ogni anno in occasione della festa i giovani dell’isola si cimentano in una serie di lanci di mongolfiere realizzate con carta velina e decorate a mano che si differenziano per forma e colori diventando dei veri e propri capolavori che si innalzeranno in cielo simboleggiando i voti fatti dagli isolani alla Santa Patrona.

La festa termina con la processione della Barca di Santa Candida. La Statua di Santa Candida viene portata in spalla per le strade dell’isola fino al porto, dove tutte le imbarcazioni espongono il gran pavese e salutano la Patrona con le sirene.

Ventotene è un’altra isola entrata nel cuore, uno di quei posti da cui fai un po’ fatica ad andartene e dove sai che sicuramente ritornerai.

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