Santorini come Venezia

Cosa dire di Santorini? Come descrivere la bellezza che non è possibile descrivere attraverso le parole?

Se penso a Santorini mi viene subito in mente il paragone con Venezia.
È la bellezza, è l’unicità di un luogo che emette e risuona magia ad ogni angolo, in ogni suo colore, in ogni tonalità di luce, in ogni sfumatura dei suoi tramonti, nel concetto di Grecia, che più Grecia di così non esiste.

Santorini è esattamente tutto quello che vedete nelle fotografie che la ritraggono.

Rosso, nero, bianco, azzurro e blu.
Rossa, la sua terra, nero, il vulcano e la sua caldera.
Bianco, l’infinità di gradini che scendono a strapiombo sul mare.
Azzurre, le cupole delle chiese dalle quali spunta sempre all’orizzonte il suo profondo mare blu.

Firà - Church of St. Stylianos
Firà - Church of St. Stylianos
Vista da Firà
Vista da Firà
Firostefani
Firostefani

Geografia

Santorini è, assieme ad Anafi, l’isola più meridionale delle Cicladi. Dopo inizia l’arcipelago del Dodecaneso.

L’isola è decisamente grande, una delle più grande di tutte le Cicladi 70 km di lunghezza di strade impervie. Il suo terreno è di origine vulcanica e ciò è evidente soprattutto nella sua parte occidentale, piena di dirupi imponenti a strapiombo e strati di rocce nere e rosse.

Santorini è famosa per la coltivazione della vite e di una varietà di pomodorini rossi piccoli e molto gustosi. Inoltre si produce orzo e tra i prodotti rinomati dell’isola si enumera la cicerchia, una varietà di legume giallo più piccolo dei piselli.

Famoso è poi il vino di Santorini specialmente il “Nychteri”. Sparse sull’isola troverete, infatti, molte aziende vinicole con annesse cantina, le Wines Winery, in cui fare degustazioni. Moltissimi tour organizzati prevedono la visita di una cantina vinicola.

Isola di Santorini - Firà
Isola di Santorini - Firà
Isola di Santorini - Oìa vista dalla barca a vela
Isola di Santorini - Oìa vista dalla barca a vela

Un sogno che si avvera

Walt Disney diceva “se puoi sognarlo puoi anche farlo”.

Erano almeno dieci anni che volevo vedere Santorini. In realtà anni fa mi era saltato un viaggio con tanto di biglietti pronti, perché si vedeva che doveva andare così. Santorini è un’isola magica e bisogna andarci al momento giusto con le persone giuste.

Voi direte “beh volevi andare a Santorini da così tanti anni, siamo vicini al 2020 bastava prendere un volo aereo e andarci.” Alt! No qui vi interrompo subito. Io Santorini me la sognavo arrivandoci dal mare, in barca a vela, non con un volo aereo, non su un traghetto.

Volevo arrivare a Santorini, a giugno, durante la settimana del solstizio d’estate. Perché la luce del solstizio d’estate va festeggiata sempre. Perché la luce è energia e l’energia è ciò di cui tutti gli esseri umani hanno bisogno. E nelle isole Cicladi la luce ha tutta una sua dimensione, tutta una sua bellezza. Il mio sogno prevedeva una veleggiata all’interno della Caldera. Volevo prima vederla da li.

Appesa nell’Egeo. Santorini come Venezia è unica al mondo. Può piacere o forse anche no, ma resta di fatto che è uno dei paesaggi più belli che si possano vedere sulla faccia di questa terra.

E così con Annalisa e Lorenzo e il loro Walkabout 43, io realizzo uno dei miei sogni più grandi, presente alla prima riga della lista dei posti da vedere nel mondo. Non solo. La fortuna mi assiste, gli dei dell’Olimpo sono proprio adorabili con me.

Dopo aver lasciato alle nostre spalle Folegandros navighiamo in direzione di Santorini ed entriamo nella Caldera con un vento a favore che ci permette di navigare a vela anche in modo sostenuto.

Dimenticavo quando è successo tutto questo? Il 21 giugno giorno del solstizio d’estate. The winner is!!!

Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela

La storia

La storia di Santorini iniziò sei milioni di anni fa quando l’odierno Egeo era terraferma, ed univa la Grecia Continentale con l’Asia Minore e Creta.

Allora avvenne una grande catastrofe naturale, durante la quale la terra sprofondò negli abissi del mare e al suo posto rimasero solo alcune protuberanze, le odierne isole dell’Egeo. Santorini allora non esisteva.

Ottantamila anni fa, ci fu un’eruzione violentissima del vulcano. Dal cratere uscirono cenere e materiali, che salirono in stato liquido e poi denso in cielo che poi, riversandosi, formarono un cono. Questo cono con il tempo acquistò una forma tale da giustificare il nome dell’isola a partire dal 2000 A.C. “Strogghyli”, cioè rotonda.

Nel 1450 A.C., poi, ci fu una seconda e tremenda eruzione del vulcano. Tutta l’isola allora sparì e rimase solo la parte della caldera dell’odierna Santorini. L’Egeo si oscurò e sollevò un enorme onda che arrivò fino alle coste di Creta ingoiandosi la Civiltà Minoica.

Santorini però, risorse di nuovo e divenne terra dei Fenici che si stabilirono su questa isola affascinati dalla misteriosa bellezza del paesaggio. Ammaliati a tal punto che per un po’ chiamarono l’isola Kallisti (bellissima).

In questa affascinante isola delle Cicladi, gli uomini durante i secoli hanno conosciuto la furia della natura, lo sconforto davanti alle macerie, ma anche il timore e l’ammirazione tutte le volte che l’isola cambiava aspetto. Isolati dalla terraferma per milioni di anni dovevano affrontare ogni giorno i problemi fondamentali di sopravvivenza. Non esisteva la corrente elettrica e alla sera l’oscurità scendeva profonda.

Arriviamo ai tempi recenti. Il catastrofico terremoto del 1956 sconvolse l’isola ancora una volta e segnò un nuovo periodo di decadenza che durò fino agli anni 70. Anni in cui questa isola fu scoperta da Aristotele Onassis, che qui ci mise lo zampino e che intuì il forte potenziale turistico di questa isola.

Santorini in barca a vela
Santorini in barca a vela
La terra rossa di Santorini
La terra rossa di Santorini

Santorini oggi

L’odierno capoluogo dell’isola è Firà, costruita su una roccia rosso nera all’altezza di 350 metri dal livello del mare, è letteralmente appesa sull’Egeo.

Le case dell’odierno abitato, disposte disordinatamente senza rispettare alcun piano urbanistico, compongono ugualmente un capolavoro di perfezione architettonica, degno di ammirazione. Un tempo al posto degli attuali e numerosi locali di divertimento c’erano solamente vigneti e cantine.

Firà dista dal vecchio porto solo 500 gradini lastricati visto che spesso in questa isola dell’Egeo le distanze si misurano in gradini. Gradini scolpiti sulla roccia seguono le diverse formazioni del terreno dovute alla particolare formazione geologica dell’isola. Sobborgo di Firà è il pittoresco abitato di Firostefani con case tradizionali e la chiesa di San Gerasimo, incorniciata dai pini.

Imerovigli è un altro bell’abitato che si trova nel punto più alto dell’isola, in mezzo alla caldera. È però uno dei posti che ha subito grandi distruzioni nel terremoto del 1956.

Nella parte nord, nell’altra estremità della caldera si trova la famosissima Oià. Uno dei paesi più pittoreschi dell’isola è famosa in tutto il mondo per il suo tramonto. Tanto che questo tramonto è entrato a far parte della classica delle sette meraviglie del mondo. Sicuramente è il tramonto più fotografato al mondo.

Perissa con il suo infinito arenile nero e Monolithos sono due particolari spiagge dell’isola.

Particolari perché a Santorini la bellezza ha una sua dimensione diversa

Firà - Vista sulla Caldera
Firà - Vista sulla Caldera
Firà - Vista sulla Caldera
Firà - Vista sulla Caldera
Firostefani - Vista sulla Caldera e su Imerovigli
Firostefani - Vista sulla Caldera e su Imerovigli
Il tramonto da Imerovigli dalla Chiesa di Agios Georgios
Il tramonto da Imerovigli dalla Chiesa di Agios Georgios

Navigare in barca a vela nella caldera di Santorini

Navighiamo dentro la Caldera è quello che appare subito è l’origine vulcanica dell’isola, tutto quel rosso e quel nero e quel blu molto intenso. Io sono decisamente emozionata. Sono dove volevo essere. Ho l’esatta sensazione di essere nel posto giusto, nel momento giusto, con le persone giuste. Mi sembra di essere “sbarcata” sulla luna.

L’altezza delle pareti è davvero impressionante. Sembra un po’ di navigare dentro mezza ciambella con il buco e di vedere delle fette di torta che un po’ si sbriciolano. Le case con il loro paesaggio unico al mondo sono appese a 350 metri di altezza sopra noi. Santorini è bellissima.

Tutte le isole vulcaniche hanno dei fondali molto profondi. Questo è il motivo per cui non vedrete mai il fondale intorno ad un’isola vulcanica. Nella zona della Caldera si superano i 100 metri di profondità.

Non è ovviamente possibile ancorare qui, nella pancia del vulcano, ma ci sposteremo sull’altro versante più o meno di fronte alla famosa Red Beach.
C’è davvero molta gente, molte navi da crociera, forse troppe.

Quindi percorriamo tutta la Caldera da nord a sud. Passiamo sotto Oìa, Imerovigli, Firostefani e Firà, dove è ben visibile la famosa strada che collega il porto al paese.

Al centro della Caldera sorge l’isola disabitata di Nea Kameni. Questo è il cratere del Vulcano, un enorme masso nero, formatosi dal consolidamento della lava. Qui i sensi sono monopolizzati da questo nero intenso e dalla forma delle rocce formate da lava. Un paesaggio suggestivo con la presenza di molto zolfo manifestata sia nelle acque verdi sia per il forte odore vicino al cratere. Il colpo d’occhio è forte e navigare davvero a pochissimi metri dal cuore del Vulcano fa pulsare il cuore. Un punto, questo, dell’Egeo, che nasconde misteri da milioni di anni che forse gli esseri umani non scopriranno mai. Vicinissima a Nea Kameni, un altro pezzo di cratere molto più piccolo Paleà Kameni, sempre disabitato. Poco più in là, invece, il terzo isolotto quello di Thirasia.

Questa piccola isola è abitata da circa 200 persone ed è qui che si trova la Chiesa di Santa Irene, che insieme all’omonima chiesa di Perissa a Santorini, rivendica l’origine del nome di Santorini.

La navigazione dura un paio di ore fino a quando passiamo il faro di Akrotiri e ci troviamo di fronte in ordine prima a Black Beach, poi alla White Beach ed infine alla famosa ed evidente Red Beach. Ed è qui che ci fermiamo ed ancoriamo. Nella baia di Akrotiri di fianco alla Red Beach. Il nostro ultimo bagno in barca lo facciamo proprio qui, in una delle spiagge più famose di questa isola.

Di grande importanza ed interesse è il sito archeologico di Akrotiri. Si tratta del più importante sito archeologico dell’isola. Un’intera città minoica, la Pompei preistorica come sagacemente è stata definita, sepolta per secoli sotto la lava del vulcano, con abitazioni a due e tre piani, affreschi e alcuni palazzi che ricordano quelli minoici riportati alla luce nella vicina Creta.

È la nostra ultima notte a bordo. Domani scendiamo a terra e gireremo per tre giorni via terra. Vi racconto tutto nel prossimo articolo.

Stasera il primo “sunset” in barca a Santorini mentre Lorenzo per cena ha preparato una buonissima pizza rigorosamente #boatmade.

Stay tuned Saltnesscrew, vi aspetto nel prossimo articolo su Santorini.

Alle mie spalle la famosa Red Beach di Santorini
Alle mie spalle la famosa Red Beach di Santorini
Nea Kameni - Il cratere del Vulcano
Nea Kameni - Il cratere del Vulcano
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Santorini - Vista navigando dentro la Caldera in barca a vela
Tramonto in barca nella Baia di Akrotiri
Tramonto in barca nella Baia di Akrotiri
Tramonto in barca nella Baia di Akrotiri
Tramonto in barca nella Baia di Akrotiri

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