COLORI RAL E COLORI PANTONE

Fuori nevica, copiosamente.

A me non piace la neve neanche un pò. Zero al quoto. Tutto quel freddo e tutto quel bianco mi accecano gli occhi. La ma tinta preferita è senz’altro l’azzurro cielo e il blu mare, corrispondenti rispettivamente nella scala dei colori RAL  nel 5012 e 5002 e nella scala dei colori PANTONE rispettivamente 2925 C e Lapis blue 19-4045. Potete controllare.

La sensazione di freddo che preferisco invece è quella del vento gelido, quando ti piglia quasi a schiaffi quando stai in mare. Schiaffi di salsedine.

La pelle del viso, guance e fronte iniziano a tirare, le labbra si screpolano e a volte si tagliano, e dopo un pò se ti passi la lingua intorno alle labbra sai di sale. Le ciglia diventano dure quasi un tutt’uno perchè la salsedine le solidifica. Il sale dilata le vie respiratorie e funge da antinfiammatorio naturale. Tutta vita che entra dentro. Adoro!

Stasera aperitivo lungo, musica in sottofondo, umani che parlano, del tonno fresco appena scottato sul tavolo e intanto lentamente scendono tre bicchieri di vino rosso.

Un chianti, rosso e corpo, che mi fa venire in mente la passione anche se a terra è tutto bianco. E parliamo, di sogni di progetti e di obbiettivi a breve termine. Mi piacciono queste serate con le persone che amo, sono quasi gelosa di queste serate con le “mie persone” quelle che di me sanno tutto…quelle che più di una volta mi hanno raccolto dalla strada, mi hanno fatto il bagno rivestita e rimessa a nuovo. Non rinuncerei a queste serate, che anche se avanzando con gli anni diventano più diluite nel tempo, per niente al mondo.

RIFLESSIONI

Vino cibo e un paio di sigarette e così la mente inizia a viaggiare. Sigarette!!! Voglio smettere di fumare!

Stavamo dicendo che ho iniziato da poco il corso di vela e che questo meteo mi costringe a terra da 20 giorni e che io voglio andare per mare. Stavo raccontando che sto cercando un imbarco per andare a lavorare questa estate ad agosto in mare. Ho comprato dei nuovi biglietti aerei e di traghetti per i miei prossimi viaggi per mare. Quest’anno raggiungerò un altro gruppo di isole che ho sempre desiderato vedere. Ridiamo perchè andando in giro per porti, spesso da sola, e salendo su barche di perfetti sconosciuti, mi fanno mandare la mia geolocalizzazione dal cellulare ogni volta che mi sposto per un pò.

Questo stato di leggerezza dell’anima quando l’indomani non devi andare a lavorare o meglio non devi fare niente a me piace da morire.

Ti viene in mente che la vita ti fa fare dei giri strani prima di farti capire dove andare e cosa fare. Quanto meno la vita a volte ti impegna tempo a capire. Ed è per questo che per questa notte penso a quella barca. Se non fossi capitata la sopra per un pò di tempo oggi non starei facendo tutto questo.

Quindi tutta quella maleducazione e quei mali modi gratuiti finali, uniti a un sonoro calcio in culo per farmi scendere a terra, e abbandonare la barca per sempre, a qualcosa sono pur serviti. Ho preso la rotta verso la felicità! Nella vita nulla accade per caso.

E poi pensavo…tutti quelli che vanno per mare ce l’ avranno una barca chiamiamola “del cuore”?Una di quelle che non deve essere per forza quella su cui si sta navigando in quel momento ma è una barca che ci ha insegnato qualcosa.

Ho scoperto come è fatta una barca dentro… sentine, gavoni, stipetti, serbatoi, pompe.

Qual’è il pannello per accedere al pilota  automatico per aggiustarlo. Dietro quelle paratie di legno nelle vostre cabine, dietro al sipario ci sono le quinte, un altro mondo nella barca. Per non parlare dei cavi elettrici che passano dentro i gavoni. Potevo rimanere delle ore a guardare con ammirazione il lavoro che facevano la sotto.

Io in barca ci ho sempre dormito che è una meraviglia. A qualsiasi ora del giorno e della notte. In qualsiasi posto. Dalla spiaggetta esterna al pulpito di prua, alla dinette ai letti a castello della quarta cabina. Mi poteva capitare di addormentarmi e di svegliarmi con il motore davanti e decine di cavi da tirare. Io però nel frattempo dormivo capito? Una barca non è un albergo a 5 stelle, ma quel rollio sotto il culo è impagabile mentre ci si addormenta.

Se non riesco ad addormentarmi in barca è perchè sento di essere in pericolo. Anche il sonno in barca è amplificato. Diventa uno stato liberatorio ancora più estremo. Sono stata felice e ho riso di gioia, ho raccontato cose importanti di me. Ho pianto fortissimo.

Tutte le volte che salgo su una barca nuova la prima cosa che sento e che mi rimane è il suo odore. Secondo me si può già sapere molto “annusando” un barca. Sia di lei che del suo proprietario. Se quel profumo mi piace ecco che inevitabilmente ti ci abitui e diventa un pochino “casa”.

E poi se ti femi per un pò impari a conoscere il contenuto di tutti gli stipetti che ci sono. Le cose dolci da una parte, quelle salate da un altra. I liquidi nei gavoni. Le sentine devono essere sempre pulite e asciutte.

Ho scoperto che mi piace tantissimo cucinare in barca. A casa sulla terraferma non lo faccio molto spesso. In barca invece lo faccio volentieri. Credo che la motivazione sia perchè è tutto a portata di mano e che bisogna sporcare il meno possibile e sprecare meno acqua possibile.

Quando va bene a bordo c’è un cultore del mare, di solito dovrebbe essere lo skipper che avrebbe il compito di “sensibilizzare” l’equipaggio al mare. Molti passeggeri vedono il mare come qualcosa da consumare, occupare a piacimento e non hanno nessuna cultura in merito alla condivisione e al senso della vela.

Non sopporto quelli che dicono che vanno in barca a vela e poi usano il motore perchè altrimenti ” sai le vele fanno ombra e la tintarella non viene uniforme”. Vai in piscina allora! Oppure quelli che tu ti sei sistemato in una rada bellissima e silenziosa, posizionandoti in modo corretto e loro arrivano come Caronte e o ti buttano l’ancora sopra la tua o non hanno spazio ma si devono infilare li, proprio li di fianco a te! Schiamazzano tutta la restante parte della giornata spaccando il silenzio della natura. Oppure ancora, quelli che “andare in barca a vela” significa sciabolare vini costosi e mangiare in ristoranti alla moda e rimanere perennemente ormeggiati in porto tutte le sere. Lo chiameremo fenomeno del “charterismo”.

No gente la fuori ci sono le stelle ed è bellissimo! Potete fare per un pò di giorni un esperienza che non è a portata di mano proprio per tutti quotidianamente.

E comunque se si vuole andare per mare le barche vanno cambiate. Le esperienze vanno fatte. Bisogna solcare mari diversi e imparare a esplorare. Devo occuparmi di imparare le manovre, non so fare niente da quel punto di vista.

Chi vela vale, chi vela vola, chi non vela è un vile! Adieu e Bon Voyage!

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