…TO BE CONTINUED (Dall’articolo precedente – leggi qua)

La vacanza in barca a vela è giunta al termine. Salutiamo l’equipaggio che prosegue il viaggio fino a Santorini e Lorenzo e Annalisa.

Io ho il primo volo da prendere alle 11.30 all’aeroporto di Paros con tanto di check-in online fatto. Siamo sbarcati sull’isola di Paros e sono le 9.30 di mattina. Sono con “L” e “M” due super compagni di avventura di questo bellissimo viaggio in barca a vela.

L.ha già un biglietto del traghetto per Mykonos, dove continuerà la sua vacanza ancora per qualche giorno.

M. non ha ancora deciso in quale isola greca passare gli ultimi giorni. Io dovrei salire su un taxi e andare all’aeroporto. Suggerisco a M. una serie di isole dove io mi “rifugerei” se potessi decidere di rimanere ancora qualche giorno. Intanto sono praticamente arrivata alla taxi station. In realtà pensandoci bene chi mi impedisce di non andarci?

“Andiamo a Koufonissi?” “Si”

Ho solo una cosa da fare. Chiamare in Italia e fare in modo che Beatrice (#gattafelice) sia accudita da qualcuno (mia madre) fino a quando non decido di tornare.

Butto via due biglietti dell’aereo. Cerco un bancomat per prelevare. Compriamo i biglietti per Koufonissi. Il traghetto è alle 10.30. Le cose migliori si fanno sempre in dieci minuti.

Secondo M. siamo largamente in anticipo, non c’è fretta possiamo aspettare all’ombra delle tamerici il traghetto. Proprio io che sono abituata ad arrivare agli imbarchi un’ora prima. Riusciamo a salire sul traghetto giusto esattamente un minuto prima della sua partenza. Resta di fatto che aveva ragione lui.

Capisco che saranno giorni senza tempo, senza ritmi prestabiliti, saranno giorni liberi. Libera.

Questo cambio programma dell’ultimo secondo è la cosa migliore che potesse accadermi. Mai stata più felice di rimandare la partenza.

Eravamo stati a Koufonissi quattro giorni prima in barca, era nella rotta di Lorenzo e Annalisa (www.walkaboutcharter.it) prima ancorati nella baia di Pori e poi la sera alla Chora per la cena.

Non so esattamente spiegarvi il perché e il come, ma questa è un’isola che manda subito in visibilio. Appena ti avvicini, appena la vedi, appena la tocchi. Questa è un’isola magnetica.

M. è già stato più volte a Koufonissi, si occupa lui di prenotare una camera dove alloggiare per qualche giorno. Mi avvisa solo del fatto che avremmo dovuto scarpinare un po’ per andare e tornare dalle spiagge e dal paese, ma che il paesaggio da quel posto avrebbe ripagato da tutto. Anche qui devo dire che aveva ragione lui.

L’ARRIVO A KOUFONISSI

Arriviamo al porto di Koufonissi verso mezzogiorno. Ci aspetta Yannis, che viene a prenderci gratuitamente al porto, il proprietario dello Studio dove alloggeremo. Lui parla solo greco.

Se sbarchi su questa isola a quest’ora della giornata e giri la testa a destra verso la spiaggia di Ammos, che è quella del porto, mentre scendi dal traghetto, perdi completamente la capacità di intendere e di volere, la cognizione del dove e del quando, del tempo e del posto.

In realtà ho pensato di essere come sotto un incantesimo per giorni. I colori sono accecanti, azzurro, turchese, verde acqua, blu. Impossibile. Sembra la Polinesia. Io sono già in estasi, folgorata. Incapace di intendere e volere. Qua gli dei dell’olimpo il giorno che l’hanno inventata erano veramente in vena di regali. Se guardi i colori non ci credi. Non capisci dove è mare e dove è cielo. Qua predomina il blu in tutte le sue inclinazioni, in tutte le sue sfumature. Mentre M. cerca Yannis al porto io credo di essere rimasta ferma imbambolata a guardare quel mare dalla banchina del porto per almeno due minuti, quasi trattenendo il fiato… Sveglia, andiamo.

Yannis ci porta fino davanti alla porta della camera. Quando si fa informazione turistica attraverso un blog di viaggi come questo si condividono volutamene le informazioni sui nomi dei posti dove soggiornare, mangiare e da visitare. Lo faccio anche questa volta, ma sono molto “gelosa” di questo posto. Perché è talmente tanto bello e incontaminato che vorresti “lasciarlo un po’ tuo”. Non riesco a immaginarmelo pieno di gente. Questo è uno di quei posti da preservare per mille ragioni.

Arriviamo all’ Alkionides Studios composto da circa una decina di monolocali caratteristici, dei cubotti bianco calce ognuno dei quali, con una terrazza ricoperta da un pergolato di bouganville e una vista sul paradiso. Si trova sopra il vecchio porto, arroccato su una collina dove si ha una vista panoramica di tutte le isole circostanti. Keros e Kato Koufonissi davanti a noi. All’interno di una tenuta di 30.000 mq dove capre, polli e mucche pascolano liberamente.

Praticamente un posto dove fuggire dall’umanità, staccare il telefono e come nelle favole “vissero felici e contenti” per sempre.

La camera assegnata riporta il nome di Anfitrite? Chi era?

La dea Anfitrite (Ἀμφιτρίτη) nella mitologia greca è la sposa di Poseidone e madre di Tritone. È una delle Nereidi ed ha i capelli neri e veste un’armatura di colore verde. In arte veniva rappresentata come giovane e bella, seduta in trono vicino a Poseidone che per averla in sposa la fece rapire da un delfino. Omero diceva che era lei che creava le onde e le spingeva sulle spiagge e sugli scogli.

Le Nereidi erano delle figure della mitologia greca, ninfe marine. Erano considerate creature immortali e di natura benevola. Facevano parte del corteo del dio del mare Poseidone insieme ai Tritoni e venivano rappresentate come fanciulle con i capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini.

La camera è bellissima, molto spaziosa, un monolocale con un angolo cottura. Perfettamente ristrutturata e arredata. Apro la portafinestra ed esco sul terrazzo. Io posso tranquillamente rimanere qui fino a quando non si decide di tornare a casa. Questa è una di quelle camere dentro la quali ti potresti piantare per almeno un mese a scrivere un intero libero senza essere disturbata da nessuno. Ovvio e inutile dirvi che ho fotografato il panorama a tutte le ore del giorno e della notte. La vista spazia, di fronte a noi Kato Koufonissi, alla nostra sinistra Keros, a destra Naxos per vedere il tramonto. Da qui avrete tutto. La fortuna è che da questo terrazzo abbiamo davvero tutta la magia e la storia dei miti che ci circondano, no anzi ci abbracciano. Da buona umana sempre un pò reticente e sul chi va la, mi chiedo come sia possibile avere tutto quanto così semplicemente davanti agli occhi, come è possibile avere tutto questo così facilmente a disposizione? Ricchezza infinita dentro gli occhi.

Una nota di questo posto la colazione della mattina: deliziosa. Non è a buffet, ma Angela vi offrirà qualunque cosa. La gentilezza qua è davvero ovunque. Omelette con formaggio e prosciutto, pane caldo con la marmellata fatta da loro, yogurt greco e frutta fresca, caffè, thè, spremute. La location dove fare la colazione la vedete nel video qua sotto.

Tavolini blu sotto un pergolato immersi in un giardino bellissimo. Piante di basilico e menta e vecchie ancore dismesse sui muretti di pietra quasi come ornamento. Il vento e tutto intorno mare e cielo. Rigorosamente blu.

LA CHORA

Sono ormai quasi le due scendiamo alla Chora per cercare qualcosa da mangiare.

La struttura è in collina, necessita di una camminata in discesa su uno sterrato di qualche minuto ma si è ripagati dalla vera atmosfera greca dalla quale si viene avvolti. Una volta finito lo sterrato della collina sbucherete nello stesso cortile dell’Onar Studios situato proprio davanti alla baia di Karnagio, dove c’è un omonimo ristorante con i tavolini su una banchina sul mare e un mulino a vento tutto bianco, che si può affittare come stanza per soggiornarvi. Poco più avanti sulla scogliera, una chiesetta rigorosamente bianca. Anche questa piccola baia è stata impressa nella mia memoria più volte in diversi momenti della giornata.

Da qui parte la strada che si imette nel cuore della Chora, che è anche l’unico centro abitato dell’isola.

A Koufonissi è tutto semplice ed immediato. Le case bianche con i lori vicoli stretti, lastricati di bianco. Il bianco è interrotto solo da punti “di matita colorata” sparsi quà e là. Sono i colori accesi delle bouganville, delle persiane blu, delle barchette dei pescatori e delle pale dei mulini a vento.

Il mare che sembra uno specchio.

Su questa isola c’è un unico fornaio che fa prodotti sia dolci che salati buonissimi. Si trova lungo la stessa via del Supermarket, scendendo verso la spiaggia del porto, di Ammos davanti a voi, lo trovate in un piccolo vicolo a sinistra. Lorenzo ci aveva portato la colazione la mattina che ci eravamo svegliati in barca qua. Le briosche sono davvero buone, paste soffici con crema di cioccolato e dei buonissimi kranz (sfoglia e pasta lievitata insieme) con fichi, marmellata e uvetta o gocce di cioccolato. Parola di figlia di pasticcere che non mangia mai i dolci in giro per il mondo, ma questo fornaio merita. A pranzo proviamo il salato. Un calzone con pomodoro, melanzane e peperoni. Riconfermo che questo fornaio è molto bravo.

L’ARCIPELAGO DI KOUFONISIA

L’ arcipelago di Koufonisia, un minuscolo gioiello nell’Egeo, con un fascino ammaliante come il richiamo delle sirene, che regala meraviglie ad ogni angolo, spiagge di sabbia bianca e un mare dai colori polinesiani. È composta da quattro isole.

Pano Koufonissi (Koufonissi di Sopra) dove alloggio io, e Kato Koufonissi (Koufonissi di Sotto) separate da un canale di appena 200 metri.

Nella prima ci vivono poco più di 300 abitanti, sparpagliati su una superficie di circa 4 km quadrati.

Pano Koufonissi è la più conosciuta e apprezzata dai turisti, forse anche perché l’unica abitata. Si estende su poco più di 3 chilometri e mezzo di superficie con tante bellissime spiagge, grotte scavate dalla forza dell’acqua e alte scogliere a strapiombo sul mare.

Più grande di Pano, Kato Koufonissi è, al contrario, quasi deserta, fatta eccezione per le capre che la popolano. Vi si può trovare soltanto una taverna, qualche ovile e due o tre case. Un vero e proprio paradiso incontaminato, circondato dalle acque limpide e cristalline dell’Egeo che lambiscono spiagge di sabbia finissima e calette sbalorditive.

Proprio di fronte alla punta sud di Pano Koufonissi e l’estremo nord di Kato Koufonissi, c’è Glaronissi, la più piccola tra le isole dell’arcipelago di Koufonisia. Glaronissi, letteralmente “isola dei gabbiani”, poco più di un grande scoglio abitato solo da gabbiani, che qui trovano la pace di venire a nidificare.

E poi c’è Keros, la più grande, la più selvaggia, l’isola sacra che con il suo profilo imponente vi accompagnerà per tutto il vostro soggiorno su Koufonissi. Una montagna nel mare completamente deserta abitata solo ed esclusivamente da capre selvatiche e dalla “Signora di Keros”. Pare proprio che il benessere e la magia che aleggia sugli abitanti e sui turisti che soggiornano a Koufonissi provenga dall’energia emanata dall’isola di Keros.

Esistono tre versioni per spiegare la provenienza del nome dell’isola: “koufos” vuol dire sordo, e il riferimento allora potrebbe essere al porto “sordo”, cioé senza vento, perciò sicuro. Oppure, con il tempo, il nome è stato storpiato essendo in origine “facoussa” (lenticchia), dalla forma dell’isola. Terza ipotesi: il nome deriverebbe da “koufios”, cavità, e “nissi”, isola. Arrivando dal mare, in effetti, noterete gli anfratti e le rocce erose dal vento, ottimo asilo per i pirati.

LE SPIAGGE

Il modo migliore per muoversi anche su questa isola, sono le proprie gambe, in alternativa, il barchino via mare che ferma in tutte le spiagge oppure via terra la bicicletta, o un autobus che parte di fronte alla spiaggia del porto e arriva fino alla spiaggia di Pori. Le spiagge si possono girare facilmente a piedi in una giornata e così prendiamo la strada lungo la costa.

La strada si trova in fondo alla spiaggia, (spalle al mare, a destra, non potete sbagliare, è l’unica) è bellissima, vedrete calette su calette, grotte, e ogni cinquanta metri vi fermerete a scattare fotografie. Tutta questa pace e questo isolamento favorisce, oltre al campeggio libero, il nudismo

Partendo dalla spiaggia di Ammos, sulla sponda sud di Pano Koufonissi, la spiaggia del porto del villaggio di Chora, e percorrendo tutta la costa in direzione est, troverete in ordine le spiagge di Finikas, Fanos, Platia Pounta o Itallida, una delle più amate di Koufonisia ed infine Pori, con il suo ampio golfo naturale e le acque calme. Tutte le spiagge di Koufonissi sono libere. Niente stabilimenti, niente lettini, niente sdraio o servizio dotto l’ombrellone.

La spiaggia di Ammos sembra disegnata come un arco davanti alle casette bianche della Chora. Non è molto ampia in profondità, come buona parte delle spiaggie di Koufonissi. Davanti al bagnasciuga invece un mare degno degli atolli polinesiani. In questa baia sono ormeggiate le piccole e colorate barche dei pescatori. La cosa incredibile anche qui sono i dettagli delle sfumature dell’acqua, che passa del celeste chiarissimo dei primi metri ad un turchese accesso fino al blu profondo.

La prima spiaggia oltre il paesino è Finikas circa 10 minuti a piedi: sabbia dorata, un caletta più o meno grande come Ammos ma più riparata dal vento, con alle spalle le tamerici che oltre a fare da cornice creano un po’ di ombra. Infine una taverna leggermente rialzata rispetto alla spiaggia con un muretto di pietre scure e una serie di casette in affitto alle spalle. Il mare è calmo, caldo e, manco a dirlo, celeste e cristallino.

A Finikas finisce la strada asfaltata e da qui parte il sentiero sabbioso che passa all’interno della scogliera e collega Finikas a Fanos e arriva poi fino a Pori. La spiaggia di Fanos è simile a quella di Finikas, anche qua c’è un caffè bar. Noi ci fermiamo qui a fare il primo bagno e la prima sosta. Queste prime due spiagge sono molto adatte alle famiglie e ai bambini

La spiaggia seguente è Platia Pounta o Itallida. La sabbia qui è di un giallo più accesso. Fanos e Itallida sono le due “curve” dello stesso golfo separate da un istmo di scogli con un paio di calette ciottolose invitanti per i nudisti. Passiamo il resto della giornata in questa spiaggia molto più ampia rispetto alle precedenti. Qui non troverete nessun bar e neanche un centimetro quadrato di ombra.

La spiaggia successiva è Pori, staccata, almeno un quarto d’ora di camminata da Itallida in leggera salita tra rocce e dune di sabbia dove cresce una profumatissima macchia mediterranea. Questo ultimo tratto di camminata è sulla scogliera grande e alta che delimita il profilo di Pano Koufonissi.

Qui il panorama è diverso e bellissimo, con il mare aperto che si insinua nelle insenature della scogliera e le varie calette sassose. Il colore dell’acqua è più intenso e passa dal turchese, al blu, al verde.

Pori si trova in un golfo anche piuttosto ampio che degrada in acque basse e trasparenti su una lunga spiaggia bianca, una Ammos in grande insomma ma più selvaggia senza abitazioni di contorno.

Ci sono due taverne, un ristorante direttamente sulla spiaggia a metà del golfo e un cafè, all’inizio, proprio dove arriva la strada.

LA STANZA DELL’ALBERGO

Dopo questa prima giornata intensa ripercorriamo la strada costiera al contrario dalla spiaggia di Itallida verso il paese mentre il sole inizia a scendere. Appena prima di arrivare alla spiaggia di Fanos troverete un promontorio roccioso, un braccio che esce verso il mare con una panchina, messa li, quasi sospesa in mezzo al mare di fronte Keros. Credo che sia un invito a fermarsi per poter godere di tutta questa bellezza continua e incessante che questa isola non smette un solo minuto di offrire.

Rientriamo alla Chora e dopo un gyros pita si ritorna all’Alkionides. Sono le dieci di sera e siamo in pista da stamattina.

Quando rientro in questa stanza la prima cosa che faccio è sempre la stessa: uscire sul terrazzo.

Mi sembra di avere davanti un presepio incantato, tutto bianco con luci soffuse.

La luna è nella sua fase crescente finale, tra qualche giorno sarà luna piena. È davanti a noi abbastanza alta e come un lampione illumina il mare fermo e blu come la notte, riflette la sua immagine e il suo fascio di luce sul mare in una sottile striscia di lucine tremolanti. Illumina il profilo di Kato Koufonissi.

Si narra che osservando Keros da Pano Koufonissi, nelle notti di luna piena, viene descritta dalla forma del crinale delle montagne dell’isola, una donna incinta sdraiata e la figura di un uomo barbuto uniti dalle loro teste.

Euforia ed ammirazione si mischiano ad una sorta di sgomento. Che idea geniale quella di non essere tornata a casa.

Il silenzio qui è assoluto, niente macchine, niente scooter, l’assenza totale di rumore, solo il Meltemi può parlare qua.

Il sonno qui è davvero rigenerante.

PORI E L’OCCHIO DEL DIAVOLO

La mattina seguente, dopo una colazione che ci terrà la pancia piena fino a pomeriggio inoltrato, decidiamo di andare a Pori dove siamo stati in barca a vela con Lorenzo e Anna e poi di percorrere a ritroso il tratto di costa.

M. mi dice che devo assolutamente vedere l’occhio del diavolo e le piscine. Ma prima si va a Pori. La cosa fantastica è che di solito sono io a portare in giro gli altri e a fare da guida turistica, questa volta invece è il contrario e non ringrazierò mai abbastanza questo improvvisato e nuovo compagno di viaggio per avermi fatto girare e scoprire questa isola.

Possiamo raggiungere Pori che è sul versante nord-est, dalla parte opposta dell’isola, in tre modi. A piedi lungo la strada costiera come abbiamo fatto ieri, a piedi lungo la strada interna, oppure in autobus. Sono circa 3,5 chilometri. Un’altra caratteristica di questa isola è che l’autobus passa ogni tanto, ma non si sa bene a che ora e dove esattamente. Qui è tutto fantasticamente #slowly style e #freedom style. E vi dirò va benissimo.

Quindi si decide per la strada interna a piedi e successivo autostop alla prima macchina che passa. Qua sono abituati a dare passaggi alla gente che va verso Pori, fa parte degli usi e costumi dell’isola. E infatti dopo cento metri a piedi una macchina ci fa salire e in cinque minuti ci ritroviamo in spiaggia a Pori.

Questo posto è incredibile per bellezza. Oggi ha iniziato a montare Meltemi.

Pori è un’insenatura (quasi tre quarti di cerchio) con un mare dai colori caraibici, sul versante sud est ottima per ancorare in vela. Pori termina con una propaggine a forma di uncino, una distesa di rocce color oro scavate dal mare e dal vento di diversi spessori. Un susseguirsi di grotte scavate dentro l’isola.

Proviamo a sistemarci ma oggi è impossibile stare distesi a terra. Quindi o si sta in acqua o si sta in piedi.

Se avete voglia, fatevi una camminata lungo il promontorio roccioso il panorama è spettacolare. Le alte scogliere, le onde che si infrangono, la spuma bianca, meritano la scarpinata. Io decido di andare a vedere le grotte e di scendere a Gala Beach, la spiaggia di latte. Il vento è davvero forte a tal punto che mi viene difficile tenere ferma la telecamera durante le riprese e soprattutto mi rendo conto che ci sono due o tre barche a vela che cercano di entrare nella baia per cercare riparo dal vento che aumenterà nell’arco della giornata. Riesco a scendere sui piani scavati nella roccia e raggiungere Gala Beach. Bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi e a non perdere l’equilibrio, siamo esattamente a nord, sopravento, quindi il Meltemi qui ti prende a schiaffi secchi in faccia. Ma il paesaggio è selvaggio e lunare allo stesso momento. Un’isola che in pochissimo spazio non smette mai di stupire, ovunque ti affacci la natura ti parla in modo diverso e ti offre colori diversi. Non c’è nessuno oggi qua perché il vento rende impossibile entrare a fare il bagno nelle grotte. Torno in spiaggia per fare un tuffo prima di spostarci. Pori è una delle spiaggi per nudisti più famosa di tutta l’isola. A si dimenticavo un particolare ho passato tre giorni a girare nuda per quest’isola. Non c’è nulla che esprima di più del senso di liberta di fare il bagno nudi in un posto dove è fondamentale capiate che non esiste il pregiudizio.

Salutiamo Pori e riprendiamo la strada costiera e iniziamo a camminare per raggiungere quello che viene chiamato The Eye of the Devil, l’occhio del diavolo. È M. che sa esattamente dove è situato e a quale roccia scendere. Lasciandovi alle spalle Pori, che anche da lontano abbaglia per i suoi colori, percorrerete una leggera salita. Da qui incomincia il tratto più selvaggio e naturale di Koufonissi. Un susseguirsi di insenature scavate nella scogliera che vi sembreranno tutte uguali. E invece no. Alla terza insenatura, iniziate a scendere verso il mare e guardate alla vostra destra.

Quando ve lo troverete davanti capirete di averlo trovato, è davvero inconfondibile.

In realtà secondo me gli occhi sono due. Uno è il primo che si vede a “colpo d’occhio” ed è quello che chiamerei “L’occhio del Mare”.

Ha davvero la forma di un occhio, una fessura, una finestra aperta sul mare. L’occhio del diavolo invece lo troverete solo una volta entrati nella grotta alla vostra destra. Si tratta di una piscina naturale nella parte bassa della scogliera di circa tre metri di raggio, completamente chiusa ma  alimentata dal mare da una apertura sotto acqua. L’acqua è di un blu/verde scuro, trasparente e profondissima. Dall’alto, a qualche metro di distanza, si vedono chiaramente le pareti di questa piscina naturale scendere verticalmente verso il basso e perdersi nel blu profondo. Sembra veramente un occhio che ti fissa dagli abissi.

LA SIGNORA DI KEROS

Siamo praticamente all’ inizio della grande scogliera e da qui è un susseguirsi di insenature e di grotte dalle mille sfumature di verde e di blu.

Appena prima di arrivare a Itallida Beach si arriva alla “Piscina” si incontra questa piscina naturale, ideale per tuffarsi dall’ alto della scogliera. Dall’ interno della piscina, sotto acqua c è il passaggio che ti permette di uscire in mare aperto… molto suggestivo. Se avete delle scarpette di gomma è meglio.

Nel frattempo abbiamo realizzato che domani dovremo trovare il modo di raggiungere un aeroporto e di tornare in Italia.

Io ho trovato un volo a 39 euro da Mykonos a Milano per la notte tra lunedì e martedì. Quindi domani ci si sposta per l’utimo giorno a Mykonos e poi via verso l’Italia. Incredibile quando è destino che le cose debbano andare tutte nel verso giusto riesci a trovare anche un biglietto Mykonos-Milano un giorno prima a un prezzo assurdo. (statisticamente impossibile su questa tratta). Vi assicuro che il biglietto comprato a febbraio per la stessa tratto lo avevo pagato quattro volte tanto.

Quindi la decisione è quella di concludere la giornata a Italida beach, la stessa spiaggia dove avevamo passato la giornata ieri.

Devo affrontare il mio saluto all’Egeo e agli dei dell’Olimpo. Davanti a questa spiaggia ben in vista, imponente e magnetica,Keros, non riesco a staccare gli occhi da quel profilo montuoso tutto bianco. Ed è proprio mentre la fisso che mi accorgo di una cosa. Una testa di donna sporge dalla roccia di Keros guardando dritto su questa spiaggia. Comunico questa cosa a M. che ovviamente mi dice che sono completamente suonata, non mi pare una grossa novità, e che devo aver preso un’insolazione in testa. E in ogni caso mi suggerisce che se proprio deve essere, sarà una dea oppure una nereide, non la “Signora di Keros”

Eppure io sono sicura che lì c’è la “Signora di Keros” che osserva tutti i bagnanti di Itallida beach e ve la faccio vedere nella foto successive, voi però dovete concentrarvi un po’ e focalizzare. È il viso di una donna che sporge dalla montagna, si vedono chiaramente gli occhi il profilo di un naso molto greco, una frangetta di capelli,  uno chignon in testa e il resto dei capelli lunghi escono da sotto lo chignon e svolazzano al vento.

E visto che questa isola è magica prima di andare via da qui entro in quest’acqua cristallina libera da qualunque vestito per l’ultimo bagno, e faccio un elenco mentale di tutti i miei desideri. Lo faccio tutte le volte. Un paio si avverano sempre. Questo era un’elenco lungo però, le sarà venuta voglia di mettersi le mani nei capelli alla Signora di Keros!

Non so perché ma oggi ho in testa Teresa, forse perché da quando se ne è andata a maggio all’improvviso (Teresa è stata la mia gatta storica ed è morta di un tumore fulminante in pochissimi giorni) ogni volta che devo rientrare a casa da un viaggio, mi viene un po’ il senso dell’ansia perché so che non mi correrà incontro quando apro la porta di casa. Pensieri.

È quasi l’ora del tramonto io decido di rientrare prima in albergo, mi porto avanti.

Così mi incammino da sola lungo la strada costiera per ritornare alla Chora. Ripasso da Fanos e da Finikas ed è proprio all’altezza della Taverna di Finikas che un gatto steso al sole, scende dal muretto di pietra e inizia a girarmi fra i piedi. Non ho cibo con me, non ho mangiato pesce eppure il gatto mi segue fino a farmi fermare. Si arrampica alle mie gambe incurvando la schiena. Li adoro quando fanno così, sono irresistibili.

Ora la suggestione è semplice in questi momenti, e sappiamo tutti che la Grecia è terra di gatti, però ammetto di aver sentito un brivido sulla nuca, il famoso brivido freddo che parte dal collo e scende sulla scapola. Decido di prendere in braccio questo gatto sapendo che probabilmente mi avrebbe graffiato. È da quando ho 6 anni che dormo, mangio e vivo con i gatti, mi hanno graffiata miliardi di volte e credo di avere gli anticorpi quasi per tutto.

Comunque lo sollevo e capisco innanzi tutto che è una gatta, femmina, è bianchina e maculata. Mi appoggia una zampetta sulla faccia. Appoggia il polpastrello come fosse una carezza. Nessun graffio. E poi scivola giù con classico scatto felino e scappa via. Non aggiungo altro.

TERESA

Non ho raccontato questa storia neanche a M. perché se dopo la signora di Keros gli avessi raccontato anche questa suppongo che avrei avuto un TSO garantito.

Comunque io ve lo dico. Se andate a Itallida beach guardate sulla parete di Keros difronte a voi.

LA CHORA DI NOTTE

Verso l’ora del tramonto la Chora si risveglia e inizia lo spettacolo.

Se state tornando a piedi dalle spiagge il dipinto che si vede rientrando in paese è questo.

Ma c’è un altro posto dove andare a salutare il sole.

Partendo dal secondo porto di Koufonissi, quello dei pescatori, quello dove c’è la taverna Karnagio con la sua fila di tavolini blu apparecchiati sul mare, ci si rimmette sulla strada principale. Girando le spalle al mare, a destra si entra nella Chora, se si sale dritto verso la collina si va all’albergo, mentre se si percorre la strada verso sinistra inizia una ampia e ripida salita .

Dopo circa un centinaio di metri si arriva ad un terrazzamento da cui è possibile ammirare il sole fino a quando non scompare dietro la grande isola di Naxos proprio di fronte.

Da qui la strada ricomincia a scendere e porta al terzo porto, quello che è il porto invernale di Koufonissi.

L’interno della Chora di giorno è piuttosto dormiente mentre la sera ritrovi praticamente tutti lì, tra i vicoli bianchi.

Irrinunciabile mangiare almeno una sera un Gyros Pita o un Souvlaki.

Un posto da segnalare è il ristorante Capitan Nikolas dove mangiare dell’ottimo pesce fresco (vi segnalo il polpo con pomodori e fichi accompagnato da un purè di fave e il sarago), le melanzane all’Imam, una serie infinita di antipastini fritti da provare e le verdure grigliate con il formaggio locale. Il ristorante è formato da tre terrazze vista mare. La vista è davvero bella.

Il Mylos cafe-bar è invece un locale molto carino che troverete costeggiando la strada non illuminata che dal ristorante di Capetan Nikolas scende verso il porto principale. Si tratta di un vecchio mulino, che di notte viene illuminato, allestito con un banco bar, tavoli, tavolini e cuscini.

Un locale jolly a Koufonissi potrebbe invece essere lo Scholio cafe bar, all’interno della via principale. Qui si possono bere drink ma anche mangiare crepes dolci o salate con dell’ottima musica di sottofondo. Il locale è piccolissimo ed è una cantina scavata nella pietra, delizioso.

PARIANOS BAY E LE NEREIDI

Arriva l’ultimo giorno da passare in questo paradiso. Abbiamo il traghetto per Mykonos  alle 14.40.

Io non voglio più venire via da quella stanza, in realtà non ho proprio voglia di venire via da questa isola.

Dopo la solita lunga e lenta colazione scendiamo a piedi dall’albergo dal versante opposto a quello che facciamo di solito. Yannis ci porterà le valigie all’imbarco verso le due. Scendiamo dalla collina e arriviamo a Parianos Bay

A Parianos Bay c’è un piccolo porto di pescatori, che qui tengono ormeggiate le loro piccole barche colorate, quello che è anche il porto invernale di Koufonissi.  All’entrata del porto, su uno sperone di roccia, c’è un faro.  A pochi metri dalla riva del piccolo golfo c’è un locale: Aneplora.

Anche da qui la vista spazia su Kato Koufonissi e in realtà questa volta M. mi fa notare che anche qui c’è qualcuno che osserva. Di fronte a Kato Koufonissi un piccolo scoglio che emerge dal mare sembra davvero avere la forma di un volto di persona. Questa volta non sono la sola a vederlo. Probabilmente questa isola è davvero abitata dalle Nereidi, come dar loro torto, potevano scegliere un mare più bello?

Lasciare questa isola è stato difficile. Ci tornerò presto un’altra volta. Ne ho la certezza.

L’aliscafo per Mykonos arriva in ritardo di un’ora e mezza, così per non farci mancare niente andiamo a passare questa ultima giornata a Mykonos. Ci vediamo sull’isola più famosa delle Cicladi nel prossimo articolo!

 

One Reply to “L’isola greca di Koufonissi e la Dea di Keros”

  1. Luisa says: Agosto 17, 2018 at 12:58 pm

    … mi sono innamorata di Koufonissi molti anni fa. Nonostante i cambiamenti, nonostante la folla che la invade in alta stagione, nonostante il dilagare delle nuove costruzioni io continuo a tornarci. La sua magia è questa, una volta che la tocchi non puoi più farne a meno. E le tue parole la rendono benissimo.

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