“I found my love in Portofino perché nei sogni credo ancor

lo strano gioco del destino a Portofino m’ ha preso il cuor…”

Così cantava Fred Buscaglione nel 1958. I magnifici anni 60 dove questo tratto di Riviera Ligure emerge in tutta la sua bellezza, eleganza e maestosità e soprattutto la mondanità di quegli anni. Nel video qua sotto però la voce è quella di Andrea Bocelli.

Rieccomi qua nella mia amata Liguria tutta da vedere e da amare via mare. Torniamo a navigare a vala in questa Regione Italiana del “mio cuor”e a guardare dal mare il tratto di costa che va da Portofino a Sestri Levante.

Questo tratto di mare è quello che faccio più spesso in barca a vela. È il più comodo da raggiungere da Voghera.

Il mio punto di appoggio e di partenza è sempre Genova.

Genova con una ferita ancora più profonda dopo il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto di questo anno.

Genova così complessa nella sua architettura si fa sempre più amare se “la prendi via mare”.

Genova è una città difficile a volte, a tratti mi fa un po’ arrabbiare. È una città di porto forse è per quello che a me piace così tanto, è un po’ zingara come me, ma spesso la mentalità qua è ostile.

Iniziamo con il dire che tendenzialmente il periodo che va da maggio/giugno ad agosto/settembre non è il periodo migliore per andare a vela in questo golfo. Perché in questo periodo l’unico vento che si trova è quello termico. I mesi che vanno da ottobre ad aprile invece di solito regalano gioie ed emozioni a chi ama la vela.

Mentre si esce dal suo porto, Genova appare da lontano in tutta la sua ecletticità e nel suo essere vasta e diversa. Mente il “Matitone” (il grattacielo genovese) sorge ben visibile a tutti con la bandiera sulla sua punta che svolazzando indica la direzione del vento che soffia quel giorno, dopo Genova Porto Antico troviamo Genova Fiera poi Corso Italia con Genova Boccadasse (la mia preferita), Genova Quarto e Quinto Genova Nervi, Bogliasco e Sori. Capite quanto è “lunga” questa città tutta affacciata sul mare?

E poi si arriva a Camogli (di cui abbiamo già parlato in un altro articolo) e da qui si entra nella maestosità del Promontorio di Portofino, che qua inizia, e che con i suoi oltre 600 metri di altezza caratterizza fortemente il paesaggio. Il verde intenso dei fitti boschi e delle sue terrazze coltivate crea un effetto cromatico che dal mare è una meraviglia.

Siamo arrivati nel Parco Naturale di Portofino, area protetta dal 1935. Qui il mare del Golfo del Tigullio inizia a cambiare i suoi colori.

Lo specchio d’acqua, sotto il Promontorio è caratterizzato da fondali di straordinaria bellezza. Le pareti sprofondano pareti nel mare blu, un acqua trasparente e ricca di numerose specie di pesci, un paradiso per gli appassionati di immersioni subacquee che infatti frequentano molto questa zona.

Una fitta rete di sentieri, che si estendono per oltre 70 km di percorsi di diversa lunghezza e difficoltà, dove si aprono splendidi scorci sul mare, ne fanno un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’escursionismo, del trekking e della natura.

SAN FRUTTUOSO DI CAMOGLI E IL CRISTO DEGLI ABISSI

Incastonata in una piccola baia che si insinua tra Camogli e Portofino è possibile scoprire una delle perle della Liguria: San Fruttuoso. Situata ai piedi del Monte di Portofino, San Fruttuoso è raggiungibile solo via mare o a piedi, grazie ai sentieri del Monte di Portofino.

La scena è dominata dall’ antica Abbazia risalente al 1000 D.C., dalla spiaggia prominente, dalla chiesa, dalla Torre dei Doria. Monastero benedettino, covo di pirati, umile abitazione di pescatori e poi per secoli proprietà dei principi Doria: è un luogo magico immerso nella natura, un luogo di pace e di silenzio. Un luogo religioso ed evocativo di grande bellezza.

La baia di San Fruttuoso è anche conosciuta in tutto il mondo per il Cristo degli Abissi, una statua in bronzo posta sul fondo marino di fronte all’Abbazia. Una copia della statua è esposta all’ interno della chiesa.

Questa insenatura è davvero molto piccola, diciamo che è proprio una piccola conca. Per chi arriva da mare in barca si ormeggia alla boa e il tutto è gestito da una società. Il prezzo non è molto economico e qua nei mesi di giugno luglio e agosto c’è davvero troppa gente in piccolissimo pezzettino di mare che secondo me dovrebbe essere un po’ più salvaguardato e forse un pochino meno “usurato”.

Se navigate a vela in questo tratto di costa, questo posto rimane comunque imperdibile,va visto assolutamente, ma il consiglio è quello di andarci la sera dalle 18.00 in poi, anche se la baia sarà già in ombra, quando la maggior parte dei turisti si sposta verso Santa Margherita Ligure e riuscirete a godervi un bagno vicino alla riva sulla spiaggetta .

Se le condizioni meteo sono buone, l’acqua è così trasparente che riuscirete a intravedere il Cristo degli Abissi anche dalla superficie dell’acqua.

Il Cristo Sommerso è stato posizionato a circa 17 metri di profondità, nelle acque che si trovano di fronte a San Fruttuoso, ed è facilmente raggiungibile a nuoto (si trova alla destra tenendo il mare alle spalle). In alternativa al nuoto o al vostro tender, la società che si occupa degli ancoraggi, offre anche un servizio continuo di taxi boat a pagamento. Li chiamate con la radio e vi vengono a prendere direttamente in barca e vi portano o vicino alla statua o in spiaggia.

L’enorme statua è stata creata con il bronzo di medaglie, campane ed eliche di sommergibili, che furono donati alla chiesa dalla marina americana. La statua è alta 2,50 metri e pesante 8 quintali.

Ogni anno, l’ultimo fine settimana di luglio, qua si tiene una cerimonia per commemorare le vittime del mare.

La cerimonia del Cristo degli Abissi è nata nell’estate del 1947, in seguito alla morte di Dario Gonzatti, rimasto ferito in un incidente subacqueo avvenuto sui fondali del promontorio di Portofino. In mezzo alla folla che si era recata al suo funerale, c’era il suo grande amico di immersioni, Duilio Marcante, che durante la cerimonia indossò la sua tuta da sub, si immerse nel mare e si andò a sedere su uno scoglio. Mentre pensava all’elevato numero di persone che avevano perso la vita sotto il mare, gli parve di vedere Cristo che scese negli abissi. Da qui nacque la tradizionale cerimonia del Cristo degli Abissi.

Durante la cerimonia, il sacerdote si dirige verso la statua del Cristo degli Abissi ed effettua un rito di benedizione al mare. Durante tutta la durata della cerimonia, vengono spente le luci in modo da lasciare accese solo le candele. Subito dopo, i sub del corpo dello Stato lanciano in mare una corona di alloro. Infine, il sacerdote rientra nella Abbazia di San Fruttuoso dove celebra una Santa Messa in onore di tutti coloro che sono morti in mare.

Vi do un’altra informazione che non tutti vi diranno. La Liguria nei mesi estivi è densamente popolata, tanto occupata, da barche a motore per due motivi.

In primis, perché in questa zona yachts di piccole e grandi dimensioni,e più in generale barche a motore di lusso, fanno parte un po’ della “cultura turistica” della vicina Portofino, contraddistinguendola. In secondo luogo, come vi dicevo all’ inizio di questo articolo, il vento è pochissimo nei mesi estivi sotto costa, tranne in rare occasioni, e questo ovviamente obbliga a navigare a motore.

Tutto questo traffico di motori crea un’onda lunga di ritorno che prende forza e crea risacca sotto la scogliera quando si ancora nella baia alle boe. Questo tradotto significa che si balla davvero tanto, con l’ovvia possibilità di vedere quasi tutti soffrire di mal di mare quando si ancora qua.

Quindi il consiglio è di andarci verso sera anche perché la presenza di meno traffico diminuisce sicuramente un po’ l’effetto onda lunga di ritorno.

PORTOFINO

Un dipinto ad acquarelli disegnato sullo sfondo verde del promontorio, il tipico villaggio di pescatori dalle caratteristiche casette color pastello che si stringono intorno alla celebre Piazzetta, simbolo indiscusso della vita portofinese, è una delle più rinomate località turistiche del mondo, simbolo della dolce vita degli anni  60. E Portofino è rimasta proprio quella degli anni 60, non si è trasformata, non ha seguito le mode.

Questa è stata la sua forza. Il borgo di Portofino è rimasto intatto nelle sue architetture e il territorio non è stato invaso da nuove urbanizzazioni. Questo ha permesso di non alterare nulla di questo paesaggio da cartolina. Si è vero non ci sono parcheggi ed è scomodo arrivarci con la macchina ma c’è sempre la via mare per scendere a fare un giro in piazzetta.

Lasciandosi alle spalle San Fruttuoso navigando in direzione sud si avvista subito sulla punta estrema del promontorio il faro di Punta di Capo.

Visto dalla costa, il promontorio di Portofino, potrebbe sembrare un gigante addormentato sull’acqua e da qualsiasi prospettiva si osservi, dona alla riviera un fascino unico.

La leggenda narra che:

“c’era una volta un buon vecchio gigante che se ne stava seduto tristemente con i piedi che si bagnavano in mare. Dopo aver girato il mondo in lungo e largo aveva scoperto di essere l’ultimo della sua specie. Avrebbe voluto avere degli amici ma tutti avevano paura di lui. Mentre così si affliggeva, si accorse che tra i suoi piedi stava infuriando una tempesta e che in mezzo alle onde impetuose una piccola goletta si trovava in difficoltà.

Gli bastò allungare una mano per alzare la barca dalle vele strappate e metterla in salvo. Gli uomini a bordo però cominciarono ad urlare spaventati ma la figlia del capitano vedendo il sorriso del gigante intuì la verità e convinse tutti della sua bontà.

La goletta rimase sulla mano del gigante fino a che non venne riparata. Ogni tanto qualcuno scendeva e scambiava due chiacchiere con lui. Adesso era felice.

I marinai proposero al gigante di seguirli nella loro città che si chiamava Camuli e lui naturalmente li seguì di buon grado. Una volta giunti in fondo alla spiaggia il gigante stanco dopo tante emozioni volle riposarsi. Si sdraiò con la testa verso il mare e i piedi lungo la collina e sereno si addormentò.”

E oggi lui è ancora là, la testa verso il mare, il grosso naso prominente, il pancione, ed i piedi verso la collina.

Oltre al faro e al promontorio c’è il Castello Brown, raggiungibile tramite la Salita alla Chiesa di San Giorgio con una passeggiata meravigliosa di circa dieci minuti partendo dalla piazzetta. Il Castello, che una volta era una fortezza militare, oggi è stato trasformato in museo anche se in realtà sembra essere più una villa privata. I giardini del Castello sono bellissimi e rigogliosi e dalle sue terrazze si può ammirare una vista completa del Golfo del Tigullio.

E poi la Chiesa di San Giorgio, la vedi sia sul mare aperto che dal porticciolo di Portofino. La chiesetta che sorge sulla lingua di terra che collega il Monte di Portofino con il promontorio, in posizione ultra-panoramica ha infatti il doppio affaccio.

Portofino è una meta internazionale e lo è sempre stata.

Il turismo qua vive di una grossa fetta di clientela straniera, tanti americani, australiani e russi.

Quando si entra a vela nel piccolissimo porto e si passa a lato della piazzetta si sente un po’ “addosso” l’atmosfera di quella dolce vita. Portofino è così. È bella è proprio bella.

La vita mondana c’è ancora, come in quegli anni, e oltre agli aperitivi e cene in piazzetta per lo più si svolge negli yacht ormeggiati al molo, nelle ville private, immerse e nascosti nel verde.

Lo storico Hotel Splendido, tra le mete preferite dalle star negli anni ’60, c’è ancora e continua a essere frequentato da personaggi vip.

L’elenco di Cognomi politici e non che hanno dimore storiche e di lusso incastonate come diamanti in questo promontorio è abbastanza lunga. Insomma è innegabile Portofino continua dopo più di mezzo secolo a rimanere emblema del lusso e di vacanze esclusive.

Appena dopo Portofino, Paraggi una piccola baia incorniciata nel verde delle colline, in un’insenatura tra Santa Margherita Ligure e Portofino, dove l’acqua verde smeraldo divide la vegetazione del monte di Portofino e i fondali, in parte sabbiosi, dell’Area Marina Protetta di Portofino.

Si raggiunge a piedi da Portofino tramite un sentiero immerso nel verde e a picco sul mare.

ll borgo è costituito da un piccolo nucleo di case residenziali, un tempo di pescatori, calette e scorci, un antico castello affittato dalla famiglia Berlusconi.

Continuando la navigazione lungo la costa arriviamo in un altro posto della vita mondana ligure.

Santa Margherita Ligure, chiamata da tutti più semplicemente “Santa” dove fermarsi per una serata a terra nel suo delizioso centro e a mangiare i famosi gamberi di Santa Margherita.

Questo tratto di costa da fare a vela è molto bello. Lasciata Santa Margherita in successione : San Michele di Pagana, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante.

Tra Zoagli e Chiavari c’è un tratto di costa che a me piace molto.

Più o meno in linea d’aria in corrispondenza di Sant’Andrea di Rovereto dalla strada Aurelia parte una via privata che porta ai Villini degli Ulivi.

I Villini degli Ulivi sono delle residenze a picco sulla scogliera immersi in un vero e proprio “parco mediterraneo”. Un fitto bosco verde che insieme al profumo delle erbe e al rumore dei gabbiani rende questo angolino paradisiaco.

Le abitazioni sono in alto al livello dell’Aurelia. Da qui un sentiero privato, accessibile solo ed esclusivamente ai residenti del complesso residenziale, scende fino al mare attraverso un percorso a zig zag intagliato nella roccia. Fino ad arrivare ad un grosso scoglio da cui con una scaletta si entra nell’acqua del mare come si accede ad una piscina. La vista è pazzesca e il mare è davvero una piscina di acqua salata. In teoria questa piccola insenatura è privata e qui non troverete mai nessuno se non i condomini delle soprastanti abitazioni. Qui ci possono stare solo loro o tutta al più solo chi arriva dal mare. In realtà anche chi arriva dal mare può ovviamente fare un bagno nella baia ma non salire sullo scoglio (quella è già proprietà privata, e io che sono salita in esplorazione ho fatto un po’ l’infiltrata)

Una collocazione invidiabile, ideale per chi vuole rigenerarsi dallo stress in un ambiente dove la natura fa sentire la sua presenza a tratti anche selvaggia.

Qua davanti non si può ormeggiare per molto tempo ma è un’angolino da ricordarsi almeno per un tuffo.

SESTRI LEVANTE

Proseguendo dopo Chiavari e Lavagna (con la sua grandissima marina), amata dagli scrittori, vezzeggiata dai turisti arriviamo a Sestri Levante, una delle capitali del turismo ligure dove il mare è sempre blu.

Inserita in un incantevole contesto paesaggistico, con la penisola che divide i “due mari” della Baia del Silenzio e della Baia delle Favole, Sestri Levante è una delle capitali delle vacanze, ma anche città d’arte e di cultura. Sestri Levante è posta al centro della Riviera di Levante, a due passi dalle Cinque Terre.

Questa parte del golfo del Tigullio ha spiagge sabbiose alternata da scogli e un mare molto pulito.

Il centro storico di Sestri, ricco di locali ristoranti e di negozi è diviso in due dai suoi “due” mari  con le sue due baie.

Da un lato la Baia delle Favole, ampia e spaziosa, con la passeggiata, le barche, le cabine bianche degli stabilimenti, le panchine sotto le palme, i locali e il mercato, la spiaggia sabbiosa. Dall’altro la Baia del Silenzio, piccola e suggestiva, con le acque che si infrangono sulla ghiaia, il sole sugli scogli, la brezza leggera.

La Baia delle Favole è chiamata così in onore di Hans Christian Andersen che qui soggiornò a cui è intitolato il premio letterario cittadino, che è valso a livello internazionale il prestigioso appellativo di “Città dei Bambini”.

Per quattro giorni la cittadina si trasforma in un teatro a cielo aperto con spettacoli di artisti di strada, concerti su una chiatta in mezzo al mare e laboratori.

Andersen festival, nato nel 1998 è collegato allo storico Premio letterario dedicato alle favole inedite, è diventato, nel corso degli anni, il più importante festival italiano dedicato alle favole e al teatro per spazi non convenzionali. Scenario della manifestazione la bellissima Sestri Levante, addobbata per l’occasione a festa.

I disegni dei bambini compaiono in ogni vetrina e in ogni angolo della città…da grande vorrei fare…

Quando il festival nacque aveva durata di nove giorni e da subito si sono battute le strade dell’incrocio delle arti e della produzione di spettacoli e performance nate appositamente per gli spazi della città.

Sperimentando la compresenza del teatro di strada con il teatro classico, di performance grandiose e pericolose con piccoli racconti nei cortili, di artisti famosi con altri più sperimentali, tutti sempre disponibili a mettersi in gioco in situazioni fuori dall’ordinario.

Le linee principali della programmazione sono il teatro fisico e non verbale e il racconto, che da subito sono sembrate i due luoghi dove più che altrove le generazioni e le sensibilità si incontrano, e dove più ampia è la possibilità di sperimentare e giocare.

Perché essere bambini è assenza di pregiudizio, è curiosità, il voler sperimentare, è capacità di guardare sempre la realtà con occhi nuovi, in chiave onirica, fantastica, e al tempo stesso concreta e vera.

Andersen festival esalta queste caratteristiche nei bambini e le risveglia negli adulti, per ottenere da loro la stessa attenzione e passione.

Tutti gli spettacoli sono gratuiti e assistere alle manifestazioni dalla Baia del Silenzio e dalla Baia delle Favole è davvero magia.

Ma Sestri Levante non è solo eventi, sono tante le cose da fare e da vedere. A partire dalle passeggiate come quella che dal centro, porta in cima a Punta Manara facendo spaziare la vista sul Golfo del Tigullio e verso Riva Trigoso.

 

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